Utopia – rivista trimestrale libertaria edita dal Circolo
Anarchico Durruti
Estate 2006
In questo numero per prefazione
pubblichiamo l’articolo del Segretario dell’USI AIT sul Convegno Spagna ’36 – a
70 anni dalla rivoluzione sociale che esprime in gran parte il nostro pensiero
anche sul lavoro da svolgere per attualizzare il progetto di autorganizzazione
e di autogestione.
Attualità
di un progetto autogestionario e costruzione di primi embrioni di rivoluzione
sociale ...
Per me, sindacalista rivoluzionario
da una vita, è stato un grande onore quello di aprire con il mio intervento il
convegno-assemblea sui 70° anni dalla rivoluzione sociale spagnola, che a
partire dal sogno/realtà della Spagna libertaria degli anni 30 ha cercato di
verificarne l'attualità per un progetto di autogestione sociale che possa
incidere oggi, in una realtà diversificata ed in costante trasformazione,
cercando di costruire una reale autorganizzazione delle classi sfruttate,
emarginate, a partire dalle situazioni lavorative e sociali.
In poche parole, io che non sono un
intellettuale, avevo cercato di dire cos'è stata, per me, la rivoluzione
sociale: dalle collettivizzazioni alle milizie popolari, un qualcosa di molto
forte che solo a parlarne ci fa riscaldare il nostro cuore, troppo freddo per
le tante paure e sconfitte subite in tutti questi ultimi anni, a causa delle
continue svendite del sindacalismo concertativo e delle forze politiche di
sinistra, più preoccupate alle spartizioni delle “nuove” poltrone rispetto a
qualsiasi progetto di trasformazione sociale.
La rivoluzione si muove e smuove
tutto dentro di noi, vengono coinvolti anche il nostro sangue, il nostro corpo
.... e lo abbiamo visto nel corso del convegno, delle proiezioni effettuate
(specie dei documentari dell'epoca) ... ma anche nei tanti momenti di
convivialità dai pasti (per i quali dobbiamo ringraziare le/i compagne/i del
laboratorio sociale La Talpa che ci ha ospitato) alle “chiaccherate” ... ci ha
fatto sentire insieme agli altri, vicino a chi l'ha fatta (anche se sono
passati 70 anni) ... ed in un tutt'uno con le situazioni, sia pur di più corto
respiro, che si stanno costruendo oggi (dal federalismo municipale di Spezzano
Albanese ai gruppi di acquisto di prodotti biologici della borgata del Trullo).
Sembrava quasi che le parole, gli
interventi si trasformassero in un grande pugno chiuso che si alzava verso il
cielo ... rompendo tutte quelle catene che limitano ancor oggi la nostra azione
... i nostri pensieri ... la nostra ansia di libertà ... una vera e propria
forza costruita da un “insieme di diversità”, di individualità che nei loro
gesti, nelle loro parole sono stati capaci ieri, ma anche oggi in occasione del
convegno, di esprimere tutta la forza creatrice che c'è in noi, quella di una
umanità troppo spessa costretta a stare piegata sotto il dominio dei padroni...
ma che anelita alla libertà... e progetta un altro mondo possibile... e che per
questo è disposta a percorrere la strada della rivoluzione.
LA RIVOLUZIONE SOCIALE E' LA
CONQUISTA DEL PANE E DELLE ROSE ... delle necessità quotidiane ma anche dei
desideri ... è forte e prorompente ... tanto da poter cambiare tutto di noi
stessi ... mentre si lavora insieme per cambiare il mondo che ci circonda ....
è la conquista della terra e della libertà ...
come le tante esperienze di autogestione e di autorganizzazione che ci
sono state raccontate.
Tutto questo lo abbiamo visto nelle
tre giornate del Convegno ... nella mostra che i compagni e le compagne del
Laboratorio sociale La Talpa hanno allestito nel nuovo spazio aperto per
l'occasione (e che da questo autunno sarà a disposizione di compagni e compagne
anche di altre situazioni) ... lo abbiamo sentito nei racconti dei protagonisti dei piccoli tentativi di
autogestione (da quello dell'occupazione della Talpa a quello delle compagne
della scuola d'infanzia di casa dei bimbi a Garbatella – di cui stiamo
trascrivendo la registrazione dell'intervento) ... nelle relazioni presentate
... nei dibattiti effettuati ... anche se purtroppo con poche decine di
partecipanti ... per le tante iniziative in cantiere in quegli stessi giorni.
Ed è questa forza, questo fuoco, che
a volte, nel nostro costante intervento sindacale, ci sembra sia spento tra i
lavoratori e le lavoratrici, troppo presi/e a gestire l'esistente ... ma che
invece continua a covare sotto la cenere ... ogni tanto, infatti, la voglia di
ribellarsi prende collettivamente e ci vengono a cercare in sede o nei nostri
sportelli in città ... a dimostrazione che, nonostante tutte le difficoltà, un
progetto di autogestione, di autorganizzazione è oggi possibile e reale ...
anzi necessario.
E' stato proprio questo il senso che
abbiamo voluto dare a questo momento di incontro, di confronto ... di
convivialità ... in cui principalmente due anime diverse, che hanno costruito
in questi secoli momenti alti di rivoluzione: quella anarchica e quella
comunista, hanno saputo congiungere idee, esperienze e forza per lanciare, sia
pure ancora in forme minime, idee per costruire un altro futuro per la nostra
umanità.
Vorrei ricordare le parole di Macno
(rivoluzionario comunista libertario ucraino degli anni venti) che rivolgendosi
ai contadini della sua terra diceva loro di cercare la coscienza rivoluzionaria
in se stessi per ritrovare la verità ... e quelle della prima internazionale,
al quale come sindacato autogestito (l'UNIONE SINDACALE ITALIANA) da oltre
“CINQUE” generazioni siamo rimasti fedeli (per questo la nostra sigla è seguita
da sempre da quella dell'AIT): “l'emancipazione della classe operaia dovrà
essere opera dei lavoratori stessi...”; perchè la lotta per l'emancipazione
della classe operaia non è una lotta per privilegi o monopoli di classe, ma per
stabilire diritti e doveri uguali per tutti/e e per l'abolizione di ogni regime
e di ogni classe, in quanto l'assoggettamento economico dei/lle
lavoratori/trici ai detentori dei mezzi di lavoro è la causa prima della
schiavitù in tutte le sue forme: miseria sociale, avvilimento intellettuale e
dipendenza politica.
Per noi dell'USI, per me che ne sono
oggi il Segretario, è chiaro che l'emancipazione anche economica della classe
lavoratrice è il grande scopo a cui ogni movimento politico e sindacale deve
essere subordinato.
Vorrei quì ricordare alcune parole
degli zapatisti .... le tante facce della loro piccola ma significativa
rivoluzione ... alcune parole delle compagne che hanno dato vita all'esperienza
spagnola delle “mujeres libres” ... ma sono tutte raccolte nei vari documenti
e/o opuscoli da noi prodotti/riprodotti in occasione del Convegno (che ci
possono essere richiesti) ed è invece meglio che i nostri pochi/e
lettori/lettrici se le leggano per
intero... per crescere “insieme”.
Da alcuni anni, abbiamo cercato di
definire un progetto di sindacato sociale autogestito che si fondi sulle
richieste che nascono dal basso, in base a bisogni, necessità e desideri di
lavoratori e lavoratrici e dei cittadini... ma sappiamo che tutto questo deve
nascere dal confronto anche con esperienze diverse, sia pure a noi simili, come
è avvenuto in occasione della costruzione del convegno; due mesi almeno di
lavoro preparatorio e poi un confronto serio, anche, critico su com'è andata
questa prima esperienza di ricerca e di analisi ...
La rivoluzione “che noi vogliamo”
(lo abbiamo scritto anche in altri documenti) è quel percorso collettivo e di
massa autorganizzato ed autogestionario, che nasce però sempre da una presa di
coscienza individuale, dal riconoscerci come parte di una umanità che non ha
confini, non ha colori, non ha dogmi, ma che tende a conquistarsi un “altro”
futuro ... diverso da quello che ci prospetta il sistema “capitalistico” ...
per costruire un mondo migliore di uguaglianza, di solidarietà, di diritti, di
giustizia e di pace.
Da tempo, come sindacato, pensavamo
fosse necessaria l'apertura di un dibattito su quale modello di rivoluzione
sociale si potesse adottare nel nostro paese... una rivoluzione pacifica e di
massa, che parta dalla consapevolezza che c’è in ognuno di noi di poter
costruire un altro modello sociale, un “altro” futuro migliore per tutti/e.
Per noi infatti l’autorganizzazione
non è un fine, né una ideologia, ma una pratica ... da praticare in massa e per
tutto questo noi stiamo continuando a lavorare … per costruire spazi di
“Libertà” nei posti di lavoro, nel territorio, capaci di ricomporre le
diversità, di farne una ricchezza ... di costruire punti di riferimento
autorganizzati ed autogestiti … per rilanciare il conflitto sociale e per
opporci alla “globalizzazione neoliberista”.
Per dare un senso alla nostra ricerca,
alla nostra costruzione di un progetto di rivoluzione sociale ... sappiamo che
ci vuole anche un lungo lavoro di preparazione, di presa di coscienza, di
radicamento nei luoghi di lavoro e nel territorio... come è avvenuto in Spagna
nel '36, nel Chiapas oggi, per questo
vogliamo coinvolgere tutti e tutte ... disponibili ad avanzare su questo
percorso/progetto.
In un discorso rimasto celebre,
Ascaso, compagno di Durruti, ha riassunto nei seguenti termini la simbiosi tra
le idee e la loro realizzazione pratica attraverso l'azione diretta, che
costituiva il punto di forza degli anarchici spagnoli: «le più belle teorie
hanno valore soltanto se sono radicate nelle esperienze pratiche della vita
(...) Il nostro popolo è l'azione in marcia incessante. Camminando supera se
stesso. Non trattenetelo, neppure per insegnargli le teorie più belle»
Spero che tutte queste parole spingano ad inoltrarsi nella lettura di libri
e materiali sulla rivoluzione sociale spagnola e sulla “difficile” strada
dell'autorganizzazzione e dell'autogestione, l'unica percorribile se si vuole
cambiare qualcosa nella vostra/nostra vita ... e perchè “un altro mondo sia
possibile”.
Infine vorrei ricordare con un
saluto particolare quei tanti compagni e compagne che sono caduti per la rivoluzione
in tanti parti del mondo ... per tenere accesa la fiaccola della libertà ...
dagli IWW americani, dalla FORA argentina, dalla Macnovicina Ucraina, dall'USI
Italiana, dalla CNT Spagnola ... ai tanti e tante che sono caduti per
combattere ogni forma di totalitarismo sia esso nazi-fascista o stalinista ...
anche a loro idealmente abbiamo dedicato il Convegno sulla Spagna del 36 e
sull'attualità di un percorso autogestionario.
Un saluto comunista libertario a
tutti/e
Giuseppe Martelli
Nota della
redazione: all'uscita di questo numero di Utopia - Estate 2006 - alcuni materiali del Convegno sono già
pronti ed in vendita ad un prezzo molto contenuto (12 euro per il CD doppio: “USI di
tutto e di più” – con immagini, manifesti e documenti sulla rivoluzione sociale
– ed il volumetto che raccoglie i vari opuscoli stampati e distribuiti nel
corso delle tre giornate) ... altri, compreso il video con alcuni interventi
ripresi nel Convegno, saranno pronti
in autunno perchè ci lavoreremo sopra a partire dal mese di settembre.
Un
momento del corteo del 25 aprile a Roma, è visibile lo striscione dell'USI AIT
“NON DIAMO TREGUA A FASCISTI E STRAGISTI – ORA E SEMPRE RESISTENZA” con le
bandiere rossonere del sindacato.
Nessun commento:
Posta un commento