venerdì 19 ottobre 2012

Utopia - Estate 2006



Utopia – rivista trimestrale libertaria edita dal Circolo Anarchico Durruti
Estate 2006
In questo numero per prefazione pubblichiamo l’articolo del Segretario dell’USI AIT sul Convegno Spagna ’36 – a 70 anni dalla rivoluzione sociale che esprime in gran parte il nostro pensiero anche sul lavoro da svolgere per attualizzare il progetto di autorganizzazione e di autogestione.

Attualità di un progetto autogestionario e costruzione di primi embrioni di rivoluzione sociale ...
            Per me, sindacalista rivoluzionario da una vita, è stato un grande onore quello di aprire con il mio intervento il convegno-assemblea sui 70° anni dalla rivoluzione sociale spagnola, che a partire dal sogno/realtà della Spagna libertaria degli anni 30 ha cercato di verificarne l'attualità per un progetto di autogestione sociale che possa incidere oggi, in una realtà diversificata ed in costante trasformazione, cercando di costruire una reale autorganizzazione delle classi sfruttate, emarginate, a partire dalle situazioni lavorative e sociali.



            In poche parole, io che non sono un intellettuale, avevo cercato di dire cos'è stata, per me, la rivoluzione sociale: dalle collettivizzazioni alle milizie popolari, un qualcosa di molto forte che solo a parlarne ci fa riscaldare il nostro cuore, troppo freddo per le tante paure e sconfitte subite in tutti questi ultimi anni, a causa delle continue svendite del sindacalismo concertativo e delle forze politiche di sinistra, più preoccupate alle spartizioni delle “nuove” poltrone rispetto a qualsiasi progetto di trasformazione sociale.
            La rivoluzione si muove e smuove tutto dentro di noi, vengono coinvolti anche il nostro sangue, il nostro corpo .... e lo abbiamo visto nel corso del convegno, delle proiezioni effettuate (specie dei documentari dell'epoca) ... ma anche nei tanti momenti di convivialità dai pasti (per i quali dobbiamo ringraziare le/i compagne/i del laboratorio sociale La Talpa che ci ha ospitato) alle “chiaccherate” ... ci ha fatto sentire insieme agli altri, vicino a chi l'ha fatta (anche se sono passati 70 anni) ... ed in un tutt'uno con le situazioni, sia pur di più corto respiro, che si stanno costruendo oggi (dal federalismo municipale di Spezzano Albanese ai gruppi di acquisto di prodotti biologici della borgata del Trullo).
            Sembrava quasi che le parole, gli interventi si trasformassero in un grande pugno chiuso che si alzava verso il cielo ... rompendo tutte quelle catene che limitano ancor oggi la nostra azione ... i nostri pensieri ... la nostra ansia di libertà ... una vera e propria forza costruita da un “insieme di diversità”, di individualità che nei loro gesti, nelle loro parole sono stati capaci ieri, ma anche oggi in occasione del convegno, di esprimere tutta la forza creatrice che c'è in noi, quella di una umanità troppo spessa costretta a stare piegata sotto il dominio dei padroni... ma che anelita alla libertà... e progetta un altro mondo possibile... e che per questo è disposta a percorrere la strada della rivoluzione.
            LA RIVOLUZIONE SOCIALE E' LA CONQUISTA DEL PANE E DELLE ROSE ... delle necessità quotidiane ma anche dei desideri ... è forte e prorompente ... tanto da poter cambiare tutto di noi stessi ... mentre si lavora insieme per cambiare il mondo che ci circonda .... è la conquista della terra e della libertà ...  come le tante esperienze di autogestione e di autorganizzazione che ci sono state raccontate.
            Tutto questo lo abbiamo visto nelle tre giornate del Convegno ... nella mostra che i compagni e le compagne del Laboratorio sociale La Talpa hanno allestito nel nuovo spazio aperto per l'occasione (e che da questo autunno sarà a disposizione di compagni e compagne anche di altre situazioni) ... lo abbiamo sentito nei racconti  dei protagonisti dei piccoli tentativi di autogestione (da quello dell'occupazione della Talpa a quello delle compagne della scuola d'infanzia di casa dei bimbi a Garbatella – di cui stiamo trascrivendo la registrazione dell'intervento) ... nelle relazioni presentate ... nei dibattiti effettuati ... anche se purtroppo con poche decine di partecipanti ... per le tante iniziative in cantiere in quegli stessi  giorni.
            Ed è questa forza, questo fuoco, che a volte, nel nostro costante intervento sindacale, ci sembra sia spento tra i lavoratori e le lavoratrici, troppo presi/e a gestire l'esistente ... ma che invece continua a covare sotto la cenere ... ogni tanto, infatti, la voglia di ribellarsi prende collettivamente e ci vengono a cercare in sede o nei nostri sportelli in città ... a dimostrazione che, nonostante tutte le difficoltà, un progetto di autogestione, di autorganizzazione è oggi possibile e reale ... anzi necessario.
            E' stato proprio questo il senso che abbiamo voluto dare a questo momento di incontro, di confronto ... di convivialità ... in cui principalmente due anime diverse, che hanno costruito in questi secoli momenti alti di rivoluzione: quella anarchica e quella comunista, hanno saputo congiungere idee, esperienze e forza per lanciare, sia pure ancora in forme minime, idee per costruire un altro futuro per la nostra umanità.
            Vorrei ricordare le parole di Macno (rivoluzionario comunista libertario ucraino degli anni venti) che rivolgendosi ai contadini della sua terra diceva loro di cercare la coscienza rivoluzionaria in se stessi per ritrovare la verità ... e quelle della prima internazionale, al quale come sindacato autogestito (l'UNIONE SINDACALE ITALIANA) da oltre “CINQUE” generazioni siamo rimasti fedeli (per questo la nostra sigla è seguita da sempre da quella dell'AIT): “l'emancipazione della classe operaia dovrà essere opera dei lavoratori stessi...”; perchè la lotta per l'emancipazione della classe operaia non è una lotta per privilegi o monopoli di classe, ma per stabilire diritti e doveri uguali per tutti/e e per l'abolizione di ogni regime e di ogni classe, in quanto l'assoggettamento economico dei/lle lavoratori/trici ai detentori dei mezzi di lavoro è la causa prima della schiavitù in tutte le sue forme: miseria sociale, avvilimento intellettuale e dipendenza politica.
            Per noi dell'USI, per me che ne sono oggi il Segretario, è chiaro che l'emancipazione anche economica della classe lavoratrice è il grande scopo a cui ogni movimento politico e sindacale deve essere subordinato.
            Vorrei quì ricordare alcune parole degli zapatisti .... le tante facce della loro piccola ma significativa rivoluzione ... alcune parole delle compagne che hanno dato vita all'esperienza spagnola delle “mujeres libres” ... ma sono tutte raccolte nei vari documenti e/o opuscoli da noi prodotti/riprodotti in occasione del Convegno (che ci possono essere richiesti) ed è invece meglio che i nostri pochi/e lettori/lettrici  se le leggano per intero... per crescere “insieme”.
            Da alcuni anni, abbiamo cercato di definire un progetto di sindacato sociale autogestito che si fondi sulle richieste che nascono dal basso, in base a bisogni, necessità e desideri di lavoratori e lavoratrici e dei cittadini... ma sappiamo che tutto questo deve nascere dal confronto anche con esperienze diverse, sia pure a noi simili, come è avvenuto in occasione della costruzione del convegno; due mesi almeno di lavoro preparatorio e poi un confronto serio, anche, critico su com'è andata questa prima esperienza di ricerca e di analisi ...
            La rivoluzione “che noi vogliamo” (lo abbiamo scritto anche in altri documenti) è quel percorso collettivo e di massa autorganizzato ed autogestionario, che nasce però sempre da una presa di coscienza individuale, dal riconoscerci come parte di una umanità che non ha confini, non ha colori, non ha dogmi, ma che tende a conquistarsi un “altro” futuro ... diverso da quello che ci prospetta il sistema “capitalistico” ... per costruire un mondo migliore di uguaglianza, di solidarietà, di diritti, di giustizia e di pace.
            Da tempo, come sindacato, pensavamo fosse necessaria l'apertura di un dibattito su quale modello di rivoluzione sociale si potesse adottare nel nostro paese... una rivoluzione pacifica e di massa, che parta dalla consapevolezza che c’è in ognuno di noi di poter costruire un altro modello sociale, un “altro” futuro migliore per tutti/e.
            Per noi infatti l’autorganizzazione non è un fine, né una ideologia, ma una pratica ... da praticare in massa e per tutto questo noi stiamo continuando a lavorare … per costruire spazi di “Libertà” nei posti di lavoro, nel territorio, capaci di ricomporre le diversità, di farne una ricchezza ... di costruire punti di riferimento autorganizzati ed autogestiti … per rilanciare il conflitto sociale e per opporci alla “globalizzazione neoliberista”.
            Per dare un senso alla nostra ricerca, alla nostra costruzione di un progetto di rivoluzione sociale ... sappiamo che ci vuole anche un lungo lavoro di preparazione, di presa di coscienza, di radicamento nei luoghi di lavoro e nel territorio... come è avvenuto in Spagna nel '36, nel Chiapas oggi,  per questo vogliamo coinvolgere tutti e tutte ... disponibili ad avanzare su questo percorso/progetto.
            In un discorso rimasto celebre, Ascaso, compagno di Durruti, ha riassunto nei seguenti termini la simbiosi tra le idee e la loro realizzazione pratica attraverso l'azione diretta, che costituiva il punto di forza degli anarchici spagnoli: «le più belle teorie hanno valore soltanto se sono radicate nelle esperienze pratiche della vita (...) Il nostro popolo è l'azione in marcia incessante. Camminando supera se stesso. Non trattenetelo, neppure per insegnargli le teorie più belle»
            Spero che tutte queste parole  spingano ad inoltrarsi nella lettura di libri e materiali sulla rivoluzione sociale spagnola e sulla “difficile” strada dell'autorganizzazzione e dell'autogestione, l'unica percorribile se si vuole cambiare qualcosa nella vostra/nostra vita ... e perchè “un altro mondo sia possibile”.
            Infine vorrei ricordare con un saluto particolare quei tanti compagni e compagne che sono caduti per la rivoluzione in tanti parti del mondo ... per tenere accesa la fiaccola della libertà ... dagli IWW americani, dalla FORA argentina, dalla Macnovicina Ucraina, dall'USI Italiana, dalla CNT Spagnola ... ai tanti e tante che sono caduti per combattere ogni forma di totalitarismo sia esso nazi-fascista o stalinista ... anche a loro idealmente abbiamo dedicato il Convegno sulla Spagna del 36 e sull'attualità di un percorso autogestionario.
Un saluto comunista libertario a tutti/e

Giuseppe Martelli

Nota della redazione: all'uscita di questo numero di Utopia - Estate 2006  - alcuni materiali del Convegno sono già pronti ed in vendita ad un prezzo molto contenuto        (12 euro per il CD doppio: “USI di tutto e di più” – con immagini, manifesti e documenti sulla rivoluzione sociale – ed il volumetto che raccoglie i vari opuscoli stampati e distribuiti nel corso delle tre giornate) ... altri, compreso il video con alcuni interventi ripresi nel        Convegno, saranno pronti in autunno perchè ci lavoreremo sopra a partire dal mese di settembre.


Un momento del corteo del 25 aprile a Roma, è visibile lo striscione dell'USI AIT “NON DIAMO TREGUA A FASCISTI E STRAGISTI – ORA E SEMPRE RESISTENZA” con le bandiere rossonere del sindacato.



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