15 agosto 2012
Dopo cinque giorni di discussioni e scambi per
ricordare la nostra storia, la nostra lotta contro il futuro e far convergere i
nostri sforzi, riaffermiamo il valore delle posizioni e risoluzioni del
Congresso di St-Imier che fondano l’anarchismo sociale, permettendo gli
sviluppi futuri e assicurando le basi di una unità d’azione sincera tra tutti i
settori combattivi e antiburocratici della lotta sociale.
Il congresso di St-Imier si è voluto
aperto sulla diversità e la pluralità dei pensieri e delle pratiche del
movimento operaio antiburocratico e federalista nella costruzione del nascente
movimento libertario.
Il congresso ha rifiutato la forma
partitica, gerarchizzata, istituzionale ed elettorale, difesa dalle correnti
del socialismo autoritario. Ha combattuto la concezione statalista del
cambiamento che intendeva e intende ancora oggi fare della conquista,
dell’occupazione dello Stato uno strumento di trasformazione sociale.
Il Congresso ha anche proclamato la
sua determinazione nel combattere ogni tipo di organizzazione gerarchica,
burocratica, creata per esercitare il comando e suscitare la delega, la
sottomissione e l’obbedienza.
A tutto questo il congresso ha opposto la federazione delle organizzazioni operaie e di lotta, come anche la libera iniziativa, il progetto socialista della gestione diretta e di cambiamento sociale, ha proposto la pluralità delle forme di organizzazione di concezione non gerarchica nel movimento operaio, nelle lotte e nel progetto socialista libertario.
A tutto questo il congresso ha opposto la federazione delle organizzazioni operaie e di lotta, come anche la libera iniziativa, il progetto socialista della gestione diretta e di cambiamento sociale, ha proposto la pluralità delle forme di organizzazione di concezione non gerarchica nel movimento operaio, nelle lotte e nel progetto socialista libertario.
Molte lotte, azioni militanti e
tentativi rivoluzionari hanno preceduto e seguito il congresso internazionale
del 1872. L’anarchismo prende posto in questa storia. Esso costituisce oggi un
movimento politico che raggruppa numerose esperienze e risultati comuni a un
grande numero di collettivi e di organizzazioni specifiche, sindacali, di lotta
sociale e popolare. L’anarchismo contribuisce alla costruzione di un movimento
coerente capace di interventi energici ed efficaci che cercano la coerenza tra
i mezzi e i fini al fine di cambiare radicalmente la società. Per noi,
l’anarchismo alimenta le lotte sociali e si nutre di queste stesse lotte. Porta
il suo contributo al movimento popolare di auto-emancipazione e di
auto-organizzazione.
Ogni resistenza, ogni lotta, ogni
dissidenza, ogni alternativa, si fondano sulla libertà e l’eguaglianza. Ogni
lotta sociale apre delle possibilità che noi dobbiamo accompagnare verso la liberazione
sociale e politica. La trasformazione sociale radicale che noi desideriamo e
che prepariamo attraverso le nostre azioni non può che risultare dalla nostra
volontà, dalla libera determinazione e dalla cosciente mobilitazione delle
classi popolari, degli individui, donne e uomini oggi dominati da questo
ingiusto sistema.
Siamo in una vera e propria guerra sociale ed
economica, dall’intensità mutevole, ma sempre più estesa, più viva, più
brutale. Una situazione di insicurezza sociale e di precarietà si sta
generalizzando, sta saccheggiando il bene comune, sta distruggendo i servizi
pubblici, sta ercando di suscitare la paura, la rassegnazione e la
sottomissione, imponendo ovunque il capitalismo. Questa politica è condotta sia
dai capitalisti, sia dai governi al loro soldo.
Questi ultimi tentano d’imporre una colonizzazione totale delle nostre condizioni di esistenza, mobiliz-zando al servizio della riproduzione del sistema ogni nostra attività. Parallelamente, c’è una recrudescenza dei vecchi sistemi di dominio: patriarcato, discriminazione sessuale e di genere, xenofobia, razzismo, schiavitù, sfruttamento. Queste diseguaglianze rinnovate servono a dare vigore al capitalismo e a garantire la riproduzione del sistema.
Questi ultimi tentano d’imporre una colonizzazione totale delle nostre condizioni di esistenza, mobiliz-zando al servizio della riproduzione del sistema ogni nostra attività. Parallelamente, c’è una recrudescenza dei vecchi sistemi di dominio: patriarcato, discriminazione sessuale e di genere, xenofobia, razzismo, schiavitù, sfruttamento. Queste diseguaglianze rinnovate servono a dare vigore al capitalismo e a garantire la riproduzione del sistema.
L’anarchismo denuncia un solo sistema
di inquadramento e di dominio che obbedisce ogni giorno che passa a una logica
oligarchica. L’anarchismo non sottovaluta in alcun modo gli spazi di libertà
individuali e civili, i servizi pubblici e le sporadiche politiche di
redistribuzione delle ricchezze, devolute in solidarietà, che sussistono. Gli
anarchici intendono difendere ed estendere questi risultati. Ogni progresso è
stato ottenuto dalle lotte sociali. La speranza di cambiare la società
attraverso la conquista dello Stato è ampiamente dequalificata. La conquista
del potere istituzionale, l’integrazione nel potere statale e l’azione
governativa, la partecipazione alle elezioni non conducono a niente, non
migliorano le condizioni di vita comune, dei diritti politici e sociali. Al
contrario, è rifiutando la delega allo Stato che i popoli possono difendere
efficacemente i loro interessi e le loro aspirazioni. E’ agendo autonomamente,
moltiplicando e rafforzando le organizzazioni, riunendo la ricchezza sociale e
i mezzi di produzione e di distribuzione, imponendo i bisogni, creando proprie
forme di organizzazione e attuando battaglie sul terreno culturale che le
classi popolari possono opporsi alla barbarie del sistema, guadagnare in
emancipazione e migliorare le loro condizioni di vita.
I partiti di sinistra non appaiono
più come forze di progresso e di giustizia sociale. Non difendono più neanche
gli obiettivi raggiunti in passato. Al contrario, contribuiscono alla rovina e
allo smantellamento delle nostre conquiste sociali. La burocratizzazione del
movimento operaio e sociale, la politica della delega orientata verso
l’integrazione nelle istituzioni statali, il rifiuto della lotta e
l’imposizione della pace sociale ad ogni costo, la sottomissione agli
obiettivi, alle strategie, ai valori capitalisti di globalizzazione ci
trascinano verso una regressione sociale, politica ed ecologica di enormi
dimensioni. Perciò l’efficacia della lotta e la costruzione di alternative
concrete sono legate all’azione diretta popolare, poiché si aggancia alla
convinzione che i gruppi sociali devono emanciparsi da se stessi e agire su
base federalista e solidale. In questa società di classe, non c’è consenso né
compromesso possibile che possa soddisfare l’interesse comune. Noi
rivendichiamo chiaramente il dissenso con i poteri. L’azione diretta è
portatrice di una proposta aperta e plurale di trasformazione sociale. Questa
si declina in una molteplicità di forme di organizzazione e di azioni capaci di
federare le resistenze popolari.
Gli anarchici agiscono nel seno dei
movimenti di lotta al fine di garantire la loro autonomia, federandole in una
prospettiva rivoluzionaria e libertaria, per costruire il potere popolare,
verso un’emancipazione economica, politica e sociale. Il nostro progetto è il
comunismo libertario. Rivendichiamo la convergenza delle tradizioni e delle
esperienze accumulate in questo senso: comunalismo libero, autogoverno
municipale, autogestione, consigli operai e popolari, sindacalismo di base,
sindacalismo di lotta e di gestione diretta; libero accordo per la creazione,
la sperimentazione, l’associazione, il federalismo (libertario ndt) e le
alternative in atto.
Questo vuol dire la costruzione dal basso di un potere popolare diretto, non statale.
Questo vuol dire la costruzione dal basso di un potere popolare diretto, non statale.
Noi vogliamo dunque la rottura con
il capitalismo. Lottiamo per l’autogestione in una società futura fondata sulla
libertà e l’uguaglianza. Questo obiettivo implica forme di organizzazione
variegate in tutti i settori della vita sociale ed economica. Un tale
orientamento chiama una società auto istituita, uno sviluppo sociale ed
economico liberamente scelto. La socializzazione delle foze di produzione e di
scambio, e l’autogestione sociale ne costituiscono la forma principale. Un
accesso egualitario alle risorse disponibili e rinnovabili e ai mezzi della
società sostiene la libera associazione, la sperimentazione economica e di
esplorazione nell’organizzazione delle condizioni di vita. L’autogestione è
basata sulla libera organizzazione di coloro che lavorano, che consumano, che
sono membri della società dopo l’abolizione dello Stato, in un quadro di
auto-istituzione politica, di democrazia diretta, e di diritto delle minoranze.
L’anarchismo sociale,
l’anarco-sindacalismo e il sindacalismo rivoluzionario, così come il comunismo
libertario, difendono un progetto politico fondato su una coerenza tra mezzi e
fini, tra azione quotidiana e lotta rivoluzionaria, tra movimenti crescenti di
auto-emancipazione e trasformazione sociale radicale. Fin dal 1872, il nostro
movimento contribuisce insieme a tante altre donne e uomini liberi ad aprire
questo cammino. Il nostro impegno oggi è quello di perseguire il progetto che
condurrà i popoli all’azione diretta.
Nota invito aperto:
I governi di molti paesi del mondo, spesso supportati da tecnocrati, hanno avviato misure di austerità su grande scala. Continua a manifestarsi una resistenza che assume forme anche molto conflittuali: che si tratti del movimento popolare Occupy, degli scioperi generali contro le “misure” dei governi, di manifestanti anti-tagli, di sindacati di base o di rivoltosi, prosegue la lotta contro il ricatto occupazionale e l’imposizione dei sacrifici con cui si vorrebbe ridurre al silenzio qualsiasi opposizione. L’estendersi a macchia d’olio della disoccupazione di massa e il massiccio indebitamento dei ceti popolari – anche per consumi di prima necessità, sono aspetti dell’offensiva lanciata dai potentati politici ed economici contro i lavoratori che mira a fiaccarne la capacità di lotta. I governi e i capitalisti sperano così di inasprire le condizioni di sfruttamento a cui sono costretti dai continui ricatti i lavoratori salariati, e poterne quindi disporre senza limite alcuno. La consapevolezza che oggi si combatte una battaglia decisiva tra capitale e lavoro salariato anima gli anarchici che, protagonisti in tutto il mondo delle lotte di questi ultimi mesi, si ritroveranno dall’8 al 12 agosto 2012 a St-Imier (Giura Bernese, CH), in occasione del 140° anniversario del Congresso dell’Associa-zione Internazionale dei Lavoratori, che sancì la nascita del movimento anarchico. E’ da questa consapevolezza che i movimenti di lotta possono ripartire: nessuna illusione di compatibilità tra gli interessi della classe lavoratrice e quelli dei suoi sfruttatori; nessuna illusione sulla possibilità di un uso rivoluzionario o sociale dello Stato; creare le condizioni perché possa svilupparsi l’alternativa, sulla base dell’autogestione e dell’azione diretta, all’attuale società.
I governi di molti paesi del mondo, spesso supportati da tecnocrati, hanno avviato misure di austerità su grande scala. Continua a manifestarsi una resistenza che assume forme anche molto conflittuali: che si tratti del movimento popolare Occupy, degli scioperi generali contro le “misure” dei governi, di manifestanti anti-tagli, di sindacati di base o di rivoltosi, prosegue la lotta contro il ricatto occupazionale e l’imposizione dei sacrifici con cui si vorrebbe ridurre al silenzio qualsiasi opposizione. L’estendersi a macchia d’olio della disoccupazione di massa e il massiccio indebitamento dei ceti popolari – anche per consumi di prima necessità, sono aspetti dell’offensiva lanciata dai potentati politici ed economici contro i lavoratori che mira a fiaccarne la capacità di lotta. I governi e i capitalisti sperano così di inasprire le condizioni di sfruttamento a cui sono costretti dai continui ricatti i lavoratori salariati, e poterne quindi disporre senza limite alcuno. La consapevolezza che oggi si combatte una battaglia decisiva tra capitale e lavoro salariato anima gli anarchici che, protagonisti in tutto il mondo delle lotte di questi ultimi mesi, si ritroveranno dall’8 al 12 agosto 2012 a St-Imier (Giura Bernese, CH), in occasione del 140° anniversario del Congresso dell’Associa-zione Internazionale dei Lavoratori, che sancì la nascita del movimento anarchico. E’ da questa consapevolezza che i movimenti di lotta possono ripartire: nessuna illusione di compatibilità tra gli interessi della classe lavoratrice e quelli dei suoi sfruttatori; nessuna illusione sulla possibilità di un uso rivoluzionario o sociale dello Stato; creare le condizioni perché possa svilupparsi l’alternativa, sulla base dell’autogestione e dell’azione diretta, all’attuale società.
I PRINCIPI ANARCHICI quali furono formulati nel 1872 al Congresso di
Saint-Imier:
La distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato.
Ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e
rivoluzionario per giungere a tale distruzione non può essere che un inganno di
più, e sarebbe così pericoloso per il proletariato come tutti i governi oggi
esistenti.
Respingendo ogni compromesso per giungere al
compimento della Rivoluzione sociale i proletari di tutti i paese devono
stabilire, all’infuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell’azione
rivoluzionaria.
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
Collettivo Anarchico Libertario
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