mercoledì 14 novembre 2012

Musica



Spagna 1936 – L’utopia si fa storia  

A Las Barricadas
La voce e la chitarra di Marco Rovelli accompagnate dalla fisarmonica e l'impeto di Davide Giromini, in una trascinante interpretazione di "a las barricadas", una delle canzoni più famose degli anarchici spagnoli durante la guerra civile (1936\1939).La serata era conclusiva della seconda edizione del Festival Sociale delle Culture Antifasciste di Bologna.



Testo:
Negras tormentas agitan los aires
nubes oscuras nos impiden ver
Aunque nos espere el dolor y la muerte
contra el enemigo nos llama el deber.

El bien más preciado
es la libertad
hay que defenderla
con fe y valor.

Alza la bandera revolucionaria
que llevará el pueblo a la emancipación
Alza la bandera revolucionaria
que llevará el pueblo a la emancipación

En pie el pueblo obrero a la batalla
hay que derrocar a la reacción

¡A las Barricadas!¡A las Barricadas!
por el triunfo de la Confederación.
¡A las Barricadas!¡A las Barricadas!
por el triunfo de la Confederación.


Traduzione in italiano:
Nere tormente agitano l'aria
Nubi oscure ci impediscono di vedere.
Anche se ci aspettassero il dolore e la morte
Contro il nemico ci chiama il dovere.

Il bene più prezioso è la libertà
Bisogna difenderla con fede e con valore.

Alza la bandiera rivoluzionaria
Che porterà il popolo all'emancipazione.
In piedi popolo operaio, alla battaglia
Bisogna abbattere la reazione.

Alle barricate! Alle barricate!
Alle barricate! Alle barricate!
Per il trionfo della Confederazione!
Nella versione spagnola:


Quando l’anarchia verrà


Figli dell’officina

Canti del malfattori

Inno della rivolta

Inno della Rivolta - (1904)
Testo tratto da:
Dies irae (1893) - Luigi Molinari
"Del fosco fin di secolo morente
sull'orizzonte cupo e sconfortato
spunta l'aurora minacciosamente
del dì fatato

Urla d'odio la fame e di dolore
da mille e mille fauci inviperite
e tuona col suo schianto redentore
la dinamite

Guizzan per l'aria i lampi furibondi
del dì dell'ira a scuotere i vigliacchi
e voi tremate o parassiti immondi
brago di ciacchi

Siam pronti e dal selciato d'ogni via
spettri macabri nel momento estremo
sul labbro il nome santo d'Anarchia
irromperemo

E pallidi fantasmi segaligni
dinanzi a voi convulsi ci vedrete
del vostro sangue di vampir maligni
arsi di sete

Sarem spietati e degli infami archici
di ministeri e banche e tribunali
sfavilleran le carte in tutti i trivi
roghi infernali

E per te Pallas salma vendicata
là nel fragor dell'epico rimbombo
compenseremo sulla barricata
piombo col piombo"

Questo è l'originale, tratto dalla poesia "Dies irae" scritta nel 1893 da Luigi Molinari, pubblicata poi l'anno successivo nell' "Almanacco della Favilla" e quindi musicata nel 1904.
Solo in seguito dallo stesso brano nacquero altre versioni, come "Orsù compagni di Civitavecchia" e il più celebre canto partigiano "Con la guerriglia" inno di battaglia della brigata garibaldina Cichero e di formazioni combattenti della Resistenza ligure.


Fabrizio De Andrè - Inno alla libertà




E verrà il dì che innalzerem le barricate - Autore anonimo*




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Canzone al lavoro (Roberto Scippa)

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