venerdì 8 marzo 2013

Scuola: consigli utili per gli acquisti

Prima di fare alcune proposte come USI SCUOLA ricordiamo (per chi ancora non lo sapesse) che la nostra struttura proviene dalle esperienze di lotta del vecchio coordinamento precari del ’78 (il CNLS) che fu soggetto trainante nella nascita dei COMITATI DI BASE DELLA SCUOLA, poi Cobas. La necessità alla fine degli anni ’80 di un progetto intercategoriale e internazionale ci vide rilanciare l’UNIONE SINDACALE ITALIANA storico sindacato autorganizzato, alternativo e di opposizione alle svendite dei grandi sindacati confederali, che ha festeggiato i suoi 100 anni dalla sua nascita nel 1912, come espressione delle CAMERE DEL LAVORO RIVOLUZIONARIE.

Oggi questo progetto presenta la sua validità anche nel caos politico di questi tempi, proprio per i suoi temi di autorganizzazione, di indipendenza dalle forze politiche, di azione diretta e di rilancio delle lotte (che in questi ultimi anni ci hanno visto appoggiare quelle dei precari e il 2 febbraio anche quella del COORDINAMENTO DELLE SCUOLE con la proclamazione di uno sciopero di copertura).


Senza nulla togliere alla prosecuzione delle lotte che ci hanno visto vincenti contro il disegno di Legge Aprea, la proposta delle 24 ore di servizio, lo smantellamento della scuola pubblica, dobbiamo essere capaci di riaprire canali comunicativi, confronto con le forze politiche democratiche e unità con genitori e studenti. Un rilancio di un coordinamento maggiormente organizzato a livello nazionale che superi le divergenze e i limiti che più spesso si vedono evidenti negli esponenti della CGIL che pure hanno collaborato attivamente alla nascita del coordinamento delle scuole in lotta, insieme al sindacalismo di base e a quello autorganizzato come l’USI.


Per questo vogliamo fare alcune proposte che a partire dalla situazione romana si estendano a livello nazionale:

  • - Costituzione di una commissione tecnica per i rapporti con il parlamento, le istituzioni e le reti, che porti le proposte del movimento delle scuole a partire dalla piattaforma della manifestazione del 2 febbraio 2013:
    Il rifinanziamento della scuola pubblica statale, restituendo gli otto miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi e portando il finanziamento in linea con i paesi Ocse. Basta finanziamenti alle scuole private! Questo consentirebbe di rilanciare la qualità dell’istruzione pubblica, diminuendo il numero degli alunni per classe, provvedendo agli interventi edilizi di messa in sicurezza e di adeguamento dimensionale degli istituti, aumentando gli stipendi degli insegnanti e dei lavoratori e garantendo l’accesso a percorsi di formazione permanente. L’assunzione dei precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti, ottemperando alla normativa europea che impone la stabilizzazione dei lavoratori che lavorano da oltre tre anni a tempo determinato nelle scuole. Il blocco dei progetti di privatizzazione e aziendalizzazione degli istituti scolastici, a partire dal disegno di legge Aprea – Ghizzoni, per una scuola pubblica democratica, laica e pluralista, che garantisca a tutte e tutti una formazione di base e specialistica critica e indipendente dagli interessi del profitto privato. La disdetta del patto sulla produttività e la sua non applicazione al pubblico impiego. Tale accordo scellerato è la via attraverso cui si vuole reintrodurre quello che il movimento ha già rigettato, cioè l’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario. L'abrogazione dell'articolo 1, comma 149 della legge di stabilità che vorrebbe differenziare in base al "merito" i finanziamenti alle scuole, lasciando ancora più indietro le situazioni di disagio sociale, ed imponendo sistemi di valutazione che nulla hanno a che vedere con il ruolo istituzionale della scuola pubblica.
  • - Costituzione di una commissione tecnica su riforma e progetto scuola, sistema di valutazione e risoluzione della precarietà; che affronti anche il regolamento sulla valutazione che Profumo, nonostante il governo dimissionario, sta imponendo ed elabori un nostro manifesto/piattaforma a partire dai punti esposti sopra;
  • - Apertura (a livello territoriale e dove possibile) di uno sportello di informazione sindacale per precari e non solo, capace di gestire anche le vertenze legali; per rendere unitarie le battaglie legali che stanno riscuotendo successi parziali come quella di TRAPANI che vede condannato lo Stato per il mancato pagamento degli scatti di anzianità e degli stipendi estivi a due precari ….
  • - Rilancio delle iniziative contro l’insicurezza nelle scuole con assemblee locali, a Roma né è in cantiere una cittadina per maggio 2013, alle quali invitare anche la cittadinanza, le istituzioni e le forze politiche (il materiale elaborato dall’USI e dal COMITATO 5 APRILE snodo romano della RETE NAZIONALE PER LA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO E SUL TERRITORIO può essere richiesto per email a usicons.roma@gmail.com
  • - Costruzione di coordinamenti cittadini degli RSU senza alcuna distinzione di sigla di appartenenza, per riaprire una battaglia contro i tagli di classi e scuole, di fondi e per rilanciare una piattaforma anche economica che serva alla riapertura della contrattazione nel comparto;
  • - Preparazione di un convegno internazionale sulla scuola alla fine di giugno o all’inizio di settembre, per comprendere le trasformazioni in atto nella scuola, in appoggio alle proposte della RETE EUROPEA DEL SINDACALISMO ALTERNATIVO E DI BASE.

Come sindacato autorganizzato diamo la nostra piena disponibilità a tutte le iniziative, sia dei nostri sportelli che dei legali che collaborano con noi. Poi, prima di tutto come coordinamento delle scuole di Roma, dobbiamo riprendere la mobilitazione con pressioni/presidi sia al Ministero della Pubblica D/Istruzione che di fronte al Parlamento (Piazza Montecitorio ci attende) in attesa di rilanciare una mobilitazione nazionale alla quale invitiamo tutte le strutture locali a partecipare nella sua costruzione.

E ricordiamolo ancora una volta

I LAVORATORI E LE LAVORATRICI NON HANNO GOVERNI AMICI

L’UNICA LOTTA PERSA E QUELLA CHE NON VIENE FATTA

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